lunedì 18 febbraio 2019

SINERGIE 2019


Domani, martedi 19 febbraio, a Milano, presso la sala ufficiale del Parlamento Europeo a Milano, al Palazzo delle Stelline in Corso Magenta, vi sarà una importante giornata di studio, dibattito e approfondimento geopolitico ed economico sul futuro ruolo internazionale dell'Italia in Europa e nel mondo.

Ad organizzare l'evento è SINERGIE (centro europeo di studi, analisi, formazione e consulenza), associazione culturale ed accademica, presieduta dal Professore Gianfranco Benedetto (Docente di Realazioni Internazionali presso l0univeristà LIUC di Castellanza, Varese) e dal Generale Francesco Cosimato (già operativo nei Paracadutisti della Folgore e poi ai vertici della NATO in Italia, ora in congedo).

Ospiti istituzionali l'Onorevole Angelo Ciocca (Eurodeputato della Lega, Gruppo Europa delle Nazioni e delle Libertà, Membro della commissione attività produttive, industria, ricerca ed energia) e Alan Christian Rizzi (consigliere di Forza Italia, della Regione Lombardia, Sottosegretario con delega ai Rapporti Internazionali) che porterà anche il saluto del presidente Attilio Fontana.

Fra gli importanti relatori segnaliamo: il Maraja Sir John Martin Thomas (presidente della Camera di Commercio Europa-India) che parlerà di India, il Principe Kevin Nyerere (discendente dai Re del Tanganica e nipote del primo presidente della Tanzania) che parlerà di Africa, Mandilosani Lali Panchulidze Aznauri (presidente ACIGEA, associazione culturale internazionale ecumenica cristiana Italia - Georgia - Eurasia) che parlerà di Caucaso ed Eurasia, il Dottore Stefano Di Martino (già vice presidente del consiglio comunale di Milano) che parlerà di Cina, e il Dottore Gianluca Savoini (giornalista, presidente della associazione Lombardia Russia) che parlerà di Russia

venerdì 6 luglio 2018

Intervista a Roberto Jonghi Lavarini

venerdì 6 luglio 2018

Intervista "senza sconti" a Roberto Jonghi Lavarini



Roberto Jonghi Lavarini, 46 enne storico esponente della destra sociale, dopo il convegno milanese con il filosofo tradizionalista russo Aleksandr Dugin (consigliere del presidente Vladimir Putin), ha in programma altre due incontri che già stanno facendo molto discutere. A settembre, Jonghi, ha poi inviato in Italia, il "vecchio leone" della estrema destra francese, Jean Marie Le Pen a presentare il suo libro autobiografico. Incontriamo il “Barone Nero” in un bar nel centro di Milano, di fronte al Castello Sforzesco, dove sembra molto conosciuto e ci presenta subito uno dei suoi stupefacenti amici, niente di meno che Sua Altezza Imperiale il principe Patrizio Tomassini Paternò Leopardi di Costantinopoli, con il quale aveva appuntamento, prima di noi, per questioni di araldica e ordini cavallereschi (altra sua grande passione oltre alla politica). Prima del nobile bizantino, tanto per dire, il poliedrico Jonghi, con "spirito crociato", ha incontrato un vescovo ortodosso libanese, del quale ci mostra subito le foto, per parlare della persecuzione dei cristiani in Siria e della raccolta fondi internazionale per armare e addestrare le loro milizie, in difesa di chiese e villaggi.

Roberto Jonghi Lavarini con Giorgia Meloni e Matteo Salvini

Abbiamo ricevuto da "Fare Fronte" (la sua ultima sigla politica) due inviti via email: lunedì 9 luglio, riunione con il vice presidente del Senato, Ignazio La Russa, e giovedì 12 incontro con l'eurodeputato leghista Mario Borghezio… Jonghi: ci può chiarire la sua posizione che a noi sembra qaunto meno schizzofrenica?
Ignazio e Mario sono entrambi miei cari vecchi amici... Mi sono iscritto al MSI a 14 anni, e, da allora, ho sempre militato dalla stessa parte, cercando di rimanere uomo libero e coerente. Non ho cambiato idee, anzi, le ho approfondite e consolidate. E’ il mondo ad essere cambiato, gli equilibri geopolitici globali, oltre che il sistema democratico parlamentare dei partiti che è fallito. Con la caduta del Muro di Berlino, è iniziata la lenta ma inesorabile agonia, non solo del comunismo ma anche del sistema bipolare USA-URSS, e di tutte le contrapposizioni imposte dalla “guerra fredda”. Sono risorte le identità culturali e religiose, i popoli e le nazioni. Si è risvegliata la Santa Russia Ortodossa, Terza Roma, e con lei nuove prospettive imperiali eurasiatiche. Con Tangentopoli, invece, sono morti i vecchi partiti ideologici, democratici e popolari, si sono indeboliti la politica tradizionale, il sistema di rappresentanza e di selezione della classe dirigente. Al loro posto sono nati movimenti carismatici e di protesta, e gli spazi lasciati vuoti dalla nuova politica (e dai suoi rappresentanti veramente mediocri), sono stati occupati dai poteri forti della economia e della finanza che hanno iniziato, non solo in Italia ma in tutta Europa, a farla da padroni. In questo quadro generale, io rimango fedele a determinati valori e idee immanenti, piuttosto che a fragili e precari sistemi partitici, sempre più mal gestiti in maniera privatistica, per cooptazione amicale.

Roberto Jonghi Lavarini con Marine Le Pen e Alexandr Dugin


La sua risposta mi sembra chiara, articolata, quasi convincente. Ma cosa risponde a chi la accusa di pensare solo alla sua carriera personale o di essere un "pazzo ingestibile"?
Chi dice questo non mi conosce o è in assoluta malafede. Guardi, avessi voluto fare carriera ci avrei pensato trent’anni fa... Mio padre è stato dirigente di Assimpredil e della destra DC, mio nonno era un potente e ricco immobiliarista, aristocratico e cattolico, legato al Vaticano, avrei fatto altre scelte, invece, mi sono iscritto al Fronte della Gioventù di Via Mancini (storica sede milanese del Movimento Sociale). Sinceramente, non so se ho fatto bene, al mio posto hanno fatto carriera tanti ciarlatani opportunisti... Forse io sarei stato più utile alla mia comunità politica e culturale, oltre che a me stesso ed alla mia famiglia. Poi, di occasioni ne ho avute diverse, ma ho sempre privilegiato la coerenza e la libertà... In molti mi temono perché dico quello che penso e cerco di fare quello che dico. Per mediocri e codardi, genio e coraggio sono pazzie, allora: sono certamente un pazzo idealista, e, in questo senso, per loro, sicuramente pericoloso. Conosco vita, morte, miracoli e scheletri nell’armadio di tutti i politici milanesi: potrei raccontarvi aneddoti e particolari tragicomici, di tanti miserabili inutili parassiti che, a differenza mia, hanno fatto carriera, ma mi sono ripromesso di non parlare male più di nessuno. Il tempo è prezioso e le energie vanno utilizzate per pensieri e azioni positive. "Non ti curar di loro ma guarda e passa"... Certo, però non porgo l'altra guancia, e se uno mi tira un ceffone io rispondo con due pugni bene assestati nello stomaco e in testa... In senso metaforico naturalmente (dice ridendo divertito...)
Roberto Jonghi con Daniela Santanchè, Ignazio La Russa e Mario Borghezio

Fatte queste premesse e battute, torniamo ai due appuntamenti di settimana prossima, ed ai suoi progetti, di cui si parla in rete e sui giornali...
Io e il circolo Fare Fronte abbiamo aderito a Fratelli d’Italia, lo scorso congresso nazionale di Trieste, riconoscendo a Giorgia Meloni, riposizionatasi stabilmente a destra (finalmente ma in grave ritardo politico, lasciando quindi spazio alla Lega di Matteo Salvini), la coerenza e la chiarezza delle scelte, nel solco della migliore tradizione missina. Svolta rappresentata anche simbolicamente dal nuovo logo: senza riferimenti ad AN ed a quella mer.. di Fini (la faccia di Jonghi mostra rabbia e disgusto nel parlare di Gianffranco Fini) e con la nostra bella fiamma tricolore in grande evidenza. Ma alla linea politica non è poi seguita la necessaria apertura e riorganizzazione del partito sul territorio. Per questo, lunedì chiederemo ufficialmente la convocazione dei congressi ed il rinnovamento di Fratelli d’Italia, secondo rigorosi criteri di partecipazione e meritocrazia. Quella di giovedì, invece, è altra cosa, una riunione a sostegno del progetto culturale ed editoriale del giornale “Idee per l’Europa dei Popoli”, una iniziativa assolutamente trasversale e apartitica, che vuole “fare fronte” contro la plutocrazia mondialista, unendo tutte le forze nazional-popolari, sociali, identitarie e sovraniste. Una battaglia metapolitica che io-noi portiamo avanti dal lontano 2000, sul modello del Front National francese, come si può facilmente verificare in rete. Non ci piacciono i partitini e le scissioni: non vogliamo dividere ma unire, ma per lavorare ci servono ruoli, strumenti e mezzi.

https://www.mediapason.it/i-programmi/senza-sconti/int121.pdf

giovedì 30 novembre 2017

Jonghi (FDI): "Uscire dalla NATO e nuova alleanza con PUTIN"

COMUNICATO STAMPA

"Il problema immigrazione e sicurezza delle nostre città, quanto il costo della benzina e delle bollette, dipendono da problemi geopolitici. L'Europa e l'Italia, contro i loro interessi economici e sociali, si sono supinamente accodate alla politica estera USA che ha creato solo instabilità, prima nei Balcani, poi in Ucraina e Georgia ed infine in Medio Oriente e Libia. L'Italia deve rinegoziare tutti i trattati internazionali, uscire dalla NATO che oramai non serve più a nulla, e rinegoziare la presenza del centinaio di base americane sul nostro suolo patrio. La nostra attenzione deve rivolgersi naturalmente ad este, per costruire una nuova alleanza euroasiatica con la Russia Cristiana Ortodossa di Putin. Questo deve fare un movimento autenticamente nazionale, identitario e sovranista, come Fratelli d'Italia, pensare agli interessi del popolo e delle imprese italiane e liberarsi dalla sottomissione militare, finanziaria, politica, culturale e psicologica degli Stati Uniti d'America che pensano solamente ai loro interessi economici"

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Roberto JONGHI con Marine LE PEN
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Roberto JONGHI con Alexander DUGIN
ha tuonato Roberto Jonghi Lavarini (dirigente nazionale di Fratelli d'Italia, a capo della corrente lepenista "Fare Fonte", amici di Casa Pound, sostenitori di Putin come di Assad, e fautori di una lista unitaria sovranista con la Lega di Salvini) che ha annunciato che al congresso nazionale di Trieste presenterà una mozione politica per l'uscita dalla Nato, la revisione dei trattati internazionali e la fine delle sanzioni alla Russia. Peraltro, il "barone nero" Roberto Jonghi, membro, da anni, di diverse associazioni e coordinamenti internazionali della destra radicale, oltre ad essere personale amico del vecchio Jean Marie Le Pen è in contatto diretto con Alexander Dugin, filosofo tradizionalista russo ed ascoltato consigliere politico del presidente Vladimir Putin.

Agenzia Stampa Italia Informa
Giovanni Cavallanti Ferrero

Jonghi (FDI): lista Meloni+Salvini+Storace+CPI supera Berlusconi

COMUNICATO STAMPA

“L’appello di Gianni Alemanno e Francesco Storace a Giorgia Meloni, per costruire insieme un fronte nazionale sovranista deve essere preso sul serio. I numeri parlano chiaro: solo una alleanza politica ed una lista unitaria Lega-Fratelli d’Italia avrebbe la concreta possibilità di superare Forza Italia. Nel centrodestra esistono due linee legittime quanto assolutamente chiare, diverse ed in competizione fra loro: quella moderata, liberale, europeista e consociativa di Silvio Berlusconi (pronto a governare con il PD di Renzi in caso di pareggio) e quella sociale, identitaria e nazional-popolare di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Se vogliamo far vincere veramente la seconda opzione, dobbiamo assolutamente unire le forze”

ha dichiarato Roberto Jonghi Lavarini (membro della assemblea nazionale di Fratelli d’Italia, presidente del movimento Fare Fronte, storico esponente della destra missina lombarda, grande amico, non a caso, di Mario Borghezio) che ha annunciato la presentazione di una mozione al congresso di Trieste di sabato prossimo, per chiedere di accettare la proposta di Storace e di realizzare una lista unitaria con la Lega, e tutte le destre, compresa anche Casa Pound. Roberto Jonghi Lavarini, peraltro, ha già annunciato, da tempo, la sua candidatura alla camera dei deputati alle prossime elezioni politiche, in rappresentanza della componente Destra Sociale di Luca Romagnoli (già segretario della Fiamma Tricolore, ora, anche lui, con Fratelli d'Italia).

Agenzia Stampa Italia Informa
Giovanni Cavallanti Ferrero

martedì 25 ottobre 2016

Intervista a Vincenzo Circosta (Destra Sociale).

Gianni Spina (Agenzia Stampa Italia inForma) 
intervista Vincenzo Circosta (Destra Sociale)

Milano, 21 ottobre 2016

Intervistiamo Vincenzo Circosta,  32 anni, imprenditore nel settore della sicurezza  privata , sposato con una figlia di un anno, omone grande grosso (con il quale meglio non litigare) ma estremamente cordiale e gentile, orgogliosamente italiano dal forte accento calabrese, grande passione per i motori, il calcio e la cucina italiana, già dirigente della Fiamma Tricolore, ora fra i più attivi responsabili milanesi della Destra Sociale di Luca Romangoli, movimento politico fortemente identitario, autonomo ma alleato e collegato a Fratelli d'Italia e Giorgia Meloni, anche se in buoni rapporti anche con la Lega Nord di Matteo Salvini ed i gruppi della destra extraparlamentare.

Quali sono i suoi libri, canzoni e film preferiti?
Con grande rammarico devo dirle che non ho molto tempo per la lettura, tra lavoro e politica mi rimane poco tempo il quale lo dedico alla famiglia chiaramente. Mi piacciono comunque molto i testi storici, sopratutto quelli che narrano 800 e 900. La musica ascolto un po di tutto tranne rock e metal. Prediligo comunque gli artisti italiani, la musica dance paradossalmente mi rilassa e perciò la ascolto di frequente. Amo il cinema, in particolare i film storici, di guerra e azione. Anche qualche commedia non mi dispiace.

Cosa spinge un giovane, oggi, ad occuparsi di politica?
Secondo me oggi un giovane che scende in politica lo fa spinto dal forte desiderio di contribuire a cambiare le cose in meglio,  viviamo in un paese che per certi versi non è più il bel paese , troppe sono le problematiche di natura sociale sopratutto,  la disoccupazione in primis . Un giovane si mette in gioco nella speranza  di costruire qualcosa di concreto  anche per le generazioni che verranno. Noi giovani stiamo pagando le conseguenze delle scellerate politiche della prima Repubblica, ora ci tocca risolvere i problemi che abbiamo ereditato dal passato e pensare contemporaneamente al futuro.

Vincenzo Circosta con il "barone nero" Roberto Jonghi Lavarini e Roberto Sforni
Cosa ne pensa dell'immigrazione e della Unione Europea?
L'immigrazione è sicuramente un fenomeno  che va adeguatamente controllato  e regolato. Nulla ho contro tutti quegli immigrati che nel nostro paese lavorano onestamente , pagano le tasse e sono perfettamente integrati .  Trovo sbagliato invece accogliere come ora si sta facendo e sopratutto non dimentichiamo che più dell' 80 %  dei richiedenti asilo alla fine risultano essere clandestini perché le domande vengono respinte . Questo fenomeno ormai è un business per la sinistra e le sue amiche cooperative  che lucrano sul traffico umano e  poi se mi consente,  io negli hotel ci vorrei mettere le famiglie italiane bisognose,  con disabili a carico magari che dormono in auto perché hanno perso tutto. Prima gli italiani insomma! L'Europa?  Le rispondo brevemente,  questa europa non mi piace. Vorrei vedere realmente un ' europa dei popoli  e non un' Europa delle banche,  dei poteri forti e dei burocrati. La nostra sovranità sarà sempre più compromessa  se continueremo a subire le vessazioni ed i diktat di Bruxelles  .


Perché ha scelto di impegnarsi con la Destra Sociale?
Ho scelto destra sociale perché rappresenta e rispecchia i miei ideali . La politica oggi a mio parere ha perso identità , troppi miscugli , troppi compromessi, troppi inciuci. Per fare politica non bisogna soltanto metterci la faccia,   ma anche il cuore e la mente.


Quale è la vostra posizione sul prossimo referendum?
Per il referendum siamo  schierati nettamente dalla parte del NO. riteniamo che questa riforma sia ingannevole sotto molti punti di vista e non produce assolutamente gli effetti benefici che Renzi dice, una riforma che toglie sovranità al popolo  e poi  i più grandi esperti  costituzionalisti  si sono schierati dalla parte del No, certamente non per capriccio.

mercoledì 28 settembre 2016

Gianni Spina intervista Lali Panchulidze.


Lali Panchulidze
 
Intervistiamo la professoressa Lali Panchulidze , 31 anni, di antica e benestante famiglia georgiana, laureata in letteratura, parla bene l’italiano, ma anche il russo e l’inglese, è venuta in Europa, prima in Grecia, poi in Italia, Francia e Svizzera, per turismo, appassionata di arte, oltre che di poesia e musica classica, ha subito fatto ottime PR ed oggi, insieme ad alcuni suoi connazionali residenti in Lombardia e a un gruppo di amici imprenditori e professionisti italiani, ha appena fondato l'associazione culturale Italia-Georgia. L'affascinante nobildonna caucasica, oramai conosciuta come la “Dama Bianca” è stata notata ai principali eventi della settimana milanese della moda, oltre che a diverse inaugurazioni di mostre di pittura e fotografia. Da tempo, si è bene inserita in due prestigiose associazioni come Aristocrazia Europea ed Assocastelli, ambienti culturalmente elevati, storicamente internazionali ed ecumenici, e molto vicini al mondo cristiano ortodosso ed orientale, del quale la Georgia è certamente uno strategico caposaldo geopolitico, ai confini con il sempre più inquieto mondo islamico. Non a caso, Papa Francesco, proprio in questi giorni, è in visita dal Catholicos Elia II, Patriarca della antichissima chiesa cristiana ortodossa georgiana.
DOMANDA:  Cosa le piace tanto della nostra Milano, dell’Italia e degli italiani?
 
RISPOSTA: Milano è una città dai mille volti, iperattiva e cosmopolita, come nessun'altro luogo in Italia... Una città difficile da inquadrare, tiene insieme il glamour della moda ad una fitta rete di associazioni di volontariato che si occupano di sociale. Capitale della moda e del design, della editoria e della pubblicità, del campionato di calcio. Milano è come un rubrica televisiva, raccontata con gli occhi del mondo della cultura e dello spettacolo e della impresa. Dell'Italia mi piaciono i capolavori della classicità romana e del rinascimento, l'arte e l'architettura, i castelli e le chiese, la straordinaria varietà e bellezza dei paesaggi e delle tradizioni locali. Poi il cibo sano, fresco, ricco, gustoso... E gli italiani sono calorosi, amichevoli, gentili, ospitali, generosi...
D: Quali fenomeni culturali e artisti le interessano di più?
 
R: Amo molto la classicità geco romana, le cui tracce sono peraltro presenti anche in Georgia, i movimenti specificamente italiani come il Rinascimento ed il Futurismo, ma anche gli artisti d'avanguardia, e la Pop Art di Andy Warhol, uno dei miei artisti preferiti, che è stato pittore, scultore, regista, produttore cinematografico. attore... Altro artista che mi piace molto è il contemporaneo Mark Rothkp, autore di Orange, Red, Yellow. Mi piace la tradizione, dai balli folk al tango, alla musica classica, ma anche le nuove tendenze e la tecnologia, le rivoluzionarie potenzialità conoscitive, comunicative, espressive e formative della rete web.
D: A chi si vuole approcciare alla identità georgiana, cosa consiglia?
 
R: La leggenda narra che mentre Dio stava distribuendo le terre a tutti i popoli del mondo, i georgiani arrivarono in ritardo. Quando venne chiesto loro come mai, essi risposero che si erano fermati a bere del buon vino ed a brindare alla salute dell'onnipotente. Dio rimase così soddisfatto della loro risposta che concesse loro quelle parte di terra meravigliosa che aveva serbato per se. La Georgia è di una bellezza misteriosa, quella del Caucaso, il confine naturale tra Asia ed Europa, che trova nella Georgia uno dei luoghi più suggestivi, dove le tradizioni dell'oriente si incrociano e fondono con quelle occidentali, formando una cultura ed una assolutamente unica, Non tutti sanno che la Georgia, terra dai tremila anni di storia e civiltà, è anche la patria del primo uomo bianco europeo, oltre che del vino. A Dmanini, nella regione Kvemo Kartli sono stati ritrovati i resti di uomini vissuti 1,7 milioni di anni fa. La Georgia è storia e religione, arte e cultura, castelli e monasteri, tradizioni folkloristiche ed enogastronomiche.
La Dama Bianca e lo stemma della famiglia Panchulidze


D: Quali sono invece le possibilità di investimento e di impresa in Georgia?

R: La Georgia è una nazione caucasica, posizionata fra Armenia e Azerbaijan, da sempre in una posizione strategica per gli scambi commericiali fra occidente e oriente, fin dai tempi di Alessandro Magno e poi di Marco Polo. Dal 2010 abbiamo un forte crescita economica, pari al 7% del PIL, soprattutto nei settori della edilizia, delle infrastrutture, delle grandi opere, di conseguenza, anche del terziario e del turismo. Esistono interessanti opportunità per i beni di comsumo, per il mitico made in Italy, molto conosciuto ed apprezzato dalla nostra borghesia e dai nostri giovani. La nostra capitale, Tiblisi, è una città moderna ed accogliente. L'export italiano è, infatti, in costante aumento, soprattutto l'abbigliamento. Il nostro governo aiuta ed agevola gli investitori ed imprenditori stranieri, sia da un punto di vista fiscale che logistico. La nostra associzione, non si occuperà solo di cultura ma anche di interscambio commerciale.
 
La Famiglia Reale con il Patriarca di Gerusalemme
 
D: In Georgia si è tanto parlato di una restaurazione della monarchia…
 
R: Noi siamo un fiero ed antico popolo guerriero, di cavalieri cristiani, come i nostri vicini Armeni. La cristianità ha perso Gerusalemme e Costantinopoli ma noi abbiamo lottato e resistito, e siamo sempre pronti a difenderci. La monarchia, le storiche famiglie nobili della nostra patria, in particolare quella reale dei Bagrationi, sono simbolo di unità e identità nazionale e godono del rispetto delle istituzioni e del sostegno della grande maggioranza del popolo georgiano. Il ripristino della monarchia è auspicato soprattutto dalla nostra chiesa nazionale, oltre che dai movimenti monarchici e nazionalisti. Vedremo, ma sarà il popolo georgiano a scegliere liberamente il proprio futuro, siamo orgogliosi della nostra identità e gelosi della nostra sovranità nazionale.
 
Assocastelli e Aristocrazia Europea

 
D: E della politica italiana cosa ha capito e cosa ne pensa?
 
R: La seguo poco e la capisco ancora meno, ma sento che gli Italiani non sono soddisfatti di chi li governa, soprattutto, si lamentano delle troppe tasse, della burocrazia, della immigrazione incontrollata e della illegalità diffusa. Non mi permetto di intromettermi nelle vicende altrui, anche se ho diversi amici italiani che si occupano attivamente di politica, anche nelle istituzioni locali. Posso solo dire che in Georgia la polizia è molto amata ed ha un ruolo importante e riconosciuto, e fa rispettare la legge, salvaguardando la libertà e la sicurezza dei cittadini. Per avere città pulite e sicure servono forza dissuasiva, regole certe e pene severe: chi sbaglia deve pagare.
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